La sua storia è tormentata. Inizia alla fine dell’ottocento, quando diversi violenti nubifragi provocarono frane e smottamenti, continuò poi per circa mezzo secolo fino alla terribile alluvione del 1951. Il paese non fu più sicuro, dunque si decise di abbandonarlo per ricostruirlo altrove. Non si trovò l’accordo sul luogo dove costruire il nuovo centro e così Gairo si divise in tre: Gairo Sant’Elena, Gairo Taquisara e Gairo Cardedu.
La prima è chiamata semplicemente Gairo e si trova pochi metri sopra al vecchio centro. La seconda, Taquisara, dista qualche chilometro ed è un grazioso villaggio di soli 300 abitanti famoso per avere una stazione con un trenino verde. La terza, Cardedu, è costruita sulla piana vicino al mare.
Ma è proprio Gairo Vecchio, il paese che non esiste più, ad attirare i turisti che amano i percorsi alternativi a quelli della Sardegna da cartolina.